(Hypershape Records / Il verso del Cinghiale Records 2011)
Se a contorno della vostra testa, avete due orecchie funzionanti, allora vi sarà impossibile non apprezzare un basso e una batteria che, solitari, si rincorrono, si pestano e si fanno di acido per una buona mezz’oretta. Il duo lombardo dei The Great Saunites riesce a creare un sound mezzo anni ’90, mezzo moderno, di quelli pastosi: un biscottone con ripieno di Lsd da inzuppare ancora e ancora.
Che sia la botta tremenda di Golden Mountain, o la irrefrenabile cavalcata finale della title track, con tanto di assolo di batteria piazzato lì perché è figo, c’è poco che possiamo star qui ad analizzare col microscopio. Bisogna ascoltare, goderseli o, se preferite, accompagnarli col piedino e copiosi e involontari movimenti di capoccia. C’è la tecnica, c’è il cuore rock, c’è la pissipissichedelia… insomma oh. Ci sono.
Sicuramente sarebbe meglio ascoltarli dal vivo, immagino sia lo spazio ideale dove gli spazi vuoti dei nostri vengono a galla in maniera ideale, ma pure ‘Delay Jesus ’68’ non lo farei proprio mancare alle vostre orecchie.
Voto: 8
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