(Mutable Music 2010)
In pratica, quasi nulla.
Flauto e voce.
Niente effetti,
niente elettronica, niente di niente.
Solo le emissioni di queste
due vecchie volpi, a sostenere l’intero lavoro.
Ma basta, avanza
pure.
Poiché, il groviglio inestricabile che si teme, non
si materializza in nessun istante.
Le virtù acquisite, nel
corso di decenni di ricerca e pratica impro, si fan sentire
eccome.
Folk nella sua crudità, come pietra contro pietra,
come il canto accompagnato da un refolo di vento, come il silenzio.
E
poi grunt, shhh, sglob, sgurgle e molto di più, per un’opera
affascinante, nella sua capacità d’affondar le unghie, in
panorami che l’occidente rifugge per tradizione (l’altro mondo nel
mondo).
Il corpo suonato, proprio cosi.
Con attenzione e
dedizione infinita.
Oltre le possibilità.
Con amore; per
l’oltre e l’impossibile.
Voto: 7
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