Peter Murphy ‘Ninth’


(Nettwerk music group / Self distribuzione 2011)

Abbiamo per caso bisogno di presentare al pubblico Peter Murphy? Se non lo conoscete, siete indubbiamente sul sito sbagliato. Questa volta però sarò buono, e vi dirò che siete giustificati per non sapere che il nostro, mentre voi eravate impegnati in farfugliamenti sciocchi, è arrivato al nono album solista… e non sono pochi.
‘Ninth’ ci presenta un Murphy instancabile, con nessuna intenzione di pentirsi per i suoi peccati e con altrettanta voglia di rockeggiare dopo l’interessantissimo tour portato avanti con Reznor e compagnia un paio d’anni fa. E’ uno di quei casi in cui l’esperienza paga, e pure bene.
A parte l’iniziale Velocity Bird che mi è sembrata molto di circostanza, la scrittura nella nuova fatica del cantante inglese è sempre di livello elevato e tale rimane, fin dall’orechiabilissima See Saw Sway al singolo più intimo I Spit Roses, con tanto di drappeggio di archi e tastiere a inchinarsi di fronte a una bella prova canora. Chi teme che la voce del nostro si sia affaticata con gli anni, tosto non abbia paura, perché si è assestata tra Bowie e Iggy.
Uneven & Brittle s’incattivisce con chitarre che sembrano rubate da ‘With Teeth’, nonostante l’andamento non velocissimo, la minaccia c’è tutta. Impossibile, poi, non menzionare la splendida chiusura con Creme de la Créme, probabilmente una delle migliori canzoni scrite dal Murphy negli ultimi dieci anni.
Sicuramente sarà difficile per l’ascoltatore più smaliziato parlare di originalità e sperimentazione, ma d’altronde c’è proprio bisogno di trovarle in un album di Peter Murphy? Per quanto mi riguarda, mi aspetto voce ostentata, rock tirato e qualche concessione al lato più delicato. E ‘Ninth’ offre tutto questo, quindi, non potrei proprio non consigliarlo.

Voto: 8

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