(Trovarobato 2011)
Louis Thomas Hardin in arte Moondog è stato un musicista non vedente attivo e vissuto soprattutto nelle strade di New York dagli anni ’40 agli anni ’70, per poi finire in bellezza la sua carriera in Germania nei ’90. Atipico ed eccentrico personaggio, inventore di bizzarri strumenti che suonava nelle sue composizioni che spaziavano dal jazz ai lavori orchestrali alle registrazioni ambientali, vestiva quasi esclusivamente da vichingo tanto da meritare l’appellativo ‘The Viking of Sixth Avenue’. Apprezzato da musicisti di ogni estrazione come ad esempio Philip Glass, viene ora omaggiato da questo trio composto da Francesca Baccolini (proveniente dall’esperienza Urania) alla voce e al contrabbasso, Andrea Belfi (proveniente dall’esperienza Rosolina Mar) alla batteria e alla voce e da Rocco Marchi (proveniente dai Mariposa) alla chitarra elettrica e voce. I nostri riprendono una selezione di brani dal repertorio dell’artista e li riattualizzano con la loro bravura e la loro voglia di divertirsi. Lo si vede fin dalla progressione minimale Theme, con cui aprono l’album, passando attraverso Stamping Ground in cui il sintetizzatore intreccia con la chitarra una delicata ballata malinconica che scivola nella fantascienza, come anche l’elegia Bird’s Lament scritta in memoria di Charlie Parker, da loro resa una danza tribale in continuo mutamento. Oppure la “cinematica” Witch of endor che rimanda a desolati paesaggi del selvaggio West, come infine il brano Enough about human rights con cui chiudono l’album, funkeggiante orazione in difesa dei diritti degli animali. Moondog può dormire sonni tranquilli, gli Hobocombo vegliano sulla sua opera.
Voto: 8
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