(Wallace/Audioglobe 2012)
Con la pubblicazione del decimo Lp giunge al termine la serie dei Phnometak, un progetto nato dalla collaborazione tra la Wallace di Mirko Spino e lo stesso Xabier Iriondo, che in questo disco esordisce con un lavoro a nome proprio.
E’ con vero e sincero dispiacere che diamo l’ultimo saluto al progetto Phonometak, perché nel corso di questi anni è stato una fucina di nomi underground dediti agli sperimentalismi più impensati e sicuramente unici.
In questo decimo volume, nel lato B, come si diceva ci sono due brani dell’ex chitarrista dei Six Minute War Madness, si tratta in entrambi i casi di sovrapposizioni e del susseguirsi di frammenti radiofonici, tra i quali canti popolari, risalenti a circa un secolo fa, sui quali Iriondo innesta sia una chitarra bluesata, ma registrata in modo talmente vintage, da ricordare i primi folk blues registrati da Alan Lomax, sia noises elettronici possenti.
L’altro artista coinvolto è Paolo Cantù, i cui quattro brani sono presenti sul lato A. Anche per Cantù, che ha condiviso con Iriondo le esperienze nei SMWM, negli Un code Duello negli A Short Apnea e nei Tasaday, si tratta della prima pubblicazione a nome proprio. Cantù utilizza gli sperimentalismi in maniera delicata e progressiva, inserendovi elementi folk sia europei che orientali, ma anche momenti ambivalenti tra tocchi soffici e nervosismi che covano sullo sfondo, attraverso noises soffusi e repressi.
Voto: 8
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