Simon Balestrazzi ‘The Sky Is Full Of Kytes’


(Boring Machines 2012)

In “The Sky Is Full Of Kytes” le tessere che
compongono il (trentennale) mosaico espressivo di Simon
Balestrazzi
, paion trovar, incantevole
collocazione.
Elettroacustica, carnale ed artigiana, spiraliformi
distese di ambient rituale, sensibilità post-industrial,
profonde scorribande cosmico kraute.
L’urlo, percepito
sottocutaneo, di un folk alieno apparso in sogno.
Lisergico e
passionale a suo modo.
Pur se solcato da correnti taglienti, sotto
un cielo/palazzo, che par non voglia mai aprirsi.
Lente evoluzioni
nello spazio, oltre le nubi, con il carburante che scarseggia.
Il
brusio di fondo, l’aggressione spinale della memoria: non
preoccuparti; tra poco finirà
.
Resta un’oscillazione a
scuotere, slabbrata e ascendente.
E non è detto, sia
esterna.
Fatela vostra.

Voto: 8

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