(Adesiva Discografica/Novunque/Self 2012)
L’ex voce dei Rossomaltese, amareggiato per ciò che lo circonda, pubblica il quarto album denso di chiaroscuri e ambivalenze accattivanti ed intriganti.
Accompagnato da numerosi collaboratori di un certo spessore, tra i quali Andrea Viti (ex bassista di Karma e Afterhours), Mattia Boschi dei Marta sui tubi e tanti altri, il disco si caratterizza per dei testi che attingono molto dalla tradizione cantautorale-melodica italiana. Questo grazie alle liriche e ad un cantato, nei quali si scorgono riferimenti a Mario Venuti, Domenico Modugno e al primo Edoardo Bennato. Le sonorità poi sono spesso abbastanza spigolose. Le ritmiche in più occasioni sono vibranti, virando in varie direzioni rock, dalla circolarità di Natura, nella quale il romanticismo viene osteggiato da chiatarre noise e pungenti, al funky, che sa di Black Keys di Io voglio, passando per l’indie-pop-noise, che sembra arrivare direttamente dalla new wave italiana.
Coniugando romanticismo e denuncia sociale Gemma ha trovato un equilibrio che in pochi suoi colleghi della sua generazione hanno raggiunto.
Voto: 7
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