Taku Unami / Takahiro Kawaguchi ‘Teatro Assente’


(Erstwhile, 2011)

‘Teatro Assente’. Un titolo magnifico per questa sorta di monolite nero generato da una figura enigmatica e aliena ad ogni forma di contestualizzazione tangibile e oggettiva qual’è Taku Unami, qui assieme a Takahiro Kawaguchi. “Io non esisto, ma ci sono” diceva Carmelo Bene” e lo stesso si può dire dell’operato, assolutamente impossibile capire in cosa consista, del giapponese in questo disco. Un mondo popolato di spettri, dove nulla esiste, ma molto accade o sembra accadere. Un vero e proprio “Inland Empire”, l’ascoltatore/spettatore messo dinanzi ad un palcoscenico vuoto, un dramma in più atti recitato da presenze fantasma, echi di gesti e presenze enormemente amplificate, un micromondo acustico popolato da figure incomprensibili e inafferrabili. Non c’è musica nel ‘Teatro Assente’, non ci sono punti di riferimento, non ci sono motivi, non ci sono giustificazioni. Qualcosa ticchetta, rumori di passi, squilla un cellulare, suoni trasfigurati non identificabili, banali atti quotidiani privati di senso e ridotti a ricordi indistinti. La messa in scena del nulla, che spiazza, confonde, offusca, ma affascina e incanta, stimola l’esplorazione, pone interrogativi, allerta i sensi. Eccezionale la resa acustica del disco, quasi tridimensionale, ogni dettaglio sistemato sul proprio personale piedistallo. All’improvviso, senza nessuna ragione apparente, spunta fuori un banale riff di black metal e l’impatto è devastante quanto insensato. Surreale, irragionevole, immateriale fluxus della percezione che sfida l’intelletto. Non posso fare a meno di ascoltarlo e non ho ancora ben capito perché.

Voto: 8

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