Scumbag Philosopher ‘It means nothing so it means nothing’


(Words on Music Records 2011)

Ogni gruppo che cita Wire e Gang of Four nel suo sangue, senza scendere nel post punk commerciale infame, ha automaticamente la mia simpatia. Peccato che dopo aver ascoltato il debutto dei nostri amici inglesi Scumbag Philosopher, stia cercando qualcosa di carino da dire.
Con la partenza di Tickbox Exercise ci si pone di fronte alla voce monocorde di Grant Madden, che si alterna/sovrappone con quella più alta e viva di Anne Rekie, anche batterista. Dici, vabbè, esperimento carino, vediamo dove vogliono andare a parare. Passi alla seconda, la terza… e ti accorgi con orrore che l’esperimento è l’unica carta che i nostri hanno intenzione di giocare: spoken word del cantante, la batterista che va sul melodico e gli altri che mettono su un post punk così così.
Eppure oh, i numeri ci sono e l’inizio di Isolation con i due che cantano insieme, per una volta in melodico, sembra poter presagire a qualcosa di meglio. Ma poi finisce lì, il tutto si mantiene sulla medesima traccia per nove pezzi. I loro testi svegli e pungenti, vedere per esempio Heroes at Home, mentre avrei cassato la più pedestre Social Networking Site, meritavano sicuramente di più.
Aspetteremo di ascoltare altro.

Voto: 5

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