Craig Finn ‘Clear heart full eyes’

(Full time hobby 2012)

Finn, leader di The hold steady, a quarant’anni ha deciso di proporsi come solista. Meglio tardi che mai. Già, perché il risultato è ottimo.
L’artista americano emerge come cantautore, verboso e con una bellissima base musicale. Il sound, infatti, è quel blues, virato rock da cantautore navigato. Le coordinate sono il Bob Dylan di “Oh mercy”, ma anche John Trudell, soprattutto per l’utilizzo della voce e per l’utilizzo della chitarre e più in generale Tom Petty. Dunque, per tutti gli amanti del genere Americana, Finn è una garanzia.
ascoltate con attenzione il brano di apertura Apollo bay, con quella chitarra che si distende sullo sfondo nella seconda parte, a tracciare sentieri di blues, che si ritrovano nella decisa When no one’s watching.
Le ballate poi sono un altro piatto forte di Finn, di quelle che ti fanno viaggiare tanto con la mente, come la rockata New friend Jesus, per non parlare del bellissimo blues pre desertico di Western pier o l’introspezione che emerge nella conclusiva Not much left of us.
Per il sottoscritto è uno dei dischi dell’anno.

Voto: 9

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