(Wallace Records / Dischi Bervisti 2012)
Nicola Manzan. Un polistrumentista. Una garanzia. L’ho conosciuto durante la collaborazione con i Baustelle e ho cominciato a seguire il suo percorso solitario. Un progetto distante dai miei ascolti ma che mi affascina molto perché mi ha proiettata in quei film polizieschi anni ‘70 e perché dal vivo è una bestia. In quest’album prende le distanze dai film sopracitati, non c’è nessuna citazione. Non solo svela tutta la sua perizia tecnica (non a caso band come i Baustelle e il Teatro degli Orrori l’hanno voluto) ma anche le sue diverse anime. Infatti il gran pregio di quest’album è di unire tutte le diverse sfaccettature, gli stili, alla sua chitarra distorta e al violino malinconico. Una fotografia più morbida ma decisamente più attenta e meno impulsiva di un mondo con le sue emozioni, sconfitte e utopie (come ci suggerisce il titolo) tra noise, punk, rock e metal. Vi segnalo due novità, gli unici brani cantati del disco: You’re enough con J. Randall degli Agoraphobic Nosebleed e Valium, tavor, serenase cover di un brano dei CCCP, cantata da Aimone Romizi dei Fast Animals And Slow Kids.
Nicola è soprattutto passione. E queste 21 tracce che in totale fanno 30 minuti di musica ne sono la testimonianza. Ed io vi sto scrivendo questa recensione con la maglia di Bologna Violenta addosso. Bervismo per più. Che cos’è il bervismo?! Chiedetelo a lui.
Voto: 8
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Autore: rakyrock@hotmail.it