(Autoprodotto 2012)
Ci sono tanti modi per esprimere la passione per il post rock, gli Aetnea, trio italiano al disco di esordio, hanno pensato di farlo miscelando dub, jazz, elettronica, ambient e sludge.
L’operazione è ben riuscita, dato che il trio ha dimostrato di saper amalgamare queste sonorità, facendole convivere tutte.
Tra questi dieci brani c’è anche molta varietà che si esprime da un lato con i ritmi sincopati del p-funk spaziale di Vartan dub e dall’altro con le ombrosità in stile Tool della straniante Béla Bartok, passando per gli sperimentalismi, vicini ai Battles, di Giant things e ai momenti epici di Odessus, nella quale il trio alterna momenti soft ad altri infiammati.
Un disco per tutti e per tutti, come sostiene il trio nel comunicato stampa, che suscita molta curiosità.
Voto: 7
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