(Setola Di Maiale 2011)
Abrasioni impro da New York.
Un duo feroce.
Il nostro (?)
Gian Luigi Diana, il batterista Jimmy Johnsen.
Chitarra,
laptop, basso, giradischi, batteria, urla e sospiri.
Dalle note
interne di copertina: Non stiamo a
giudicare le conseguenze di uno Tsunami, la morte, la distruzione, la
desolazione e così via. Vediamo lo Tsunami come un misterioso
potere, un potere nudo e crudo che appartiene alla Natura. Siamo
interessati a questo improvviso rilascio di energia. Vedendo le
immagini senza sonoro del recente Tsunami in Giappone, abbiamo
cercato di immaginare come si possa mettere in suono questa forza
primordiale che solo una libera improvvisazione può dare
l’opportunità di esprimere.
Dimenticate le perlacee
escrescenze di “Cristalli Sonori” (il precedente lavoro
di Diana, sempre su Setola).
Questa è liberazione,
selvaggia, catartica, ottundente.
Dritta nei denti.
Impetuose
circolarità, organizzate in scaracchi grumosi.
Avanguardia
secca e scolpita.
Possessione free e contusioni blues.
Riflessi
strappati Hendrix, carta vetrata Sharp (circa “Larinx”
e “Datacide”), James Blood Ulmer con una gamba
intrappolata in una tagliola.
Urla di bovari.
Urla e
basta.
Uccelli in migrazione, il ronzare delle mosche.
Nessuna
gratuita compiacenza, nessuna pippetta frustrata, colto/noise.
Solo
ciccia.
Stretta fra un polpastrello e l’altro con forza.
Il
dolore non è nulla.
Un perentorio invito
all’azione.
Qualunque essa sia.
Bucce e cocce, scorie e
scarti… (Gronge, Karin B).
Voto: 7
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