(Navova 2012)
Del compositore svizzero Martin Schlumpf ci vengono qui presentate tre recenti composizioni, caratterizzate da tratti comuni piuttosto evidenti e percepibili. Innanzitutto, la propulsione ritmica, sempre in primo piano, anche nei movimenti più lenti. Ciò non impedisce all’autore di liberare, in vari momenti, linee melodiche incisive, brevi e affilate come coltelli, che si susseguono, si accavallano e si sviluppano seguendo disegni compositivi rigorosi ma non monotoni. Spesso, nell’elaborare tali disegni, il compositore si serve di modelli minimalisti, come nel finale e coinvolgente quartetto d’archi. Dove ciò non accade, come nel trio centrale per clarinetto, violoncello e pianoforte, la chiarezza espositiva cede talvolta il passo alla complessità, anche armonica. Sintesi ideale di queste due tendenze l’iniziale, breve composizione per pianoforte, in due movimenti che alternano brillantemente passaggi meditativi, sequenze melodiche eterogenee, ed energetico motorismo ritmico. Nel complesso, un autore interessante, talvolta un po’ freddo emotivamente parlando, senz’altro moderno e insieme comprensibile.
Voto: 7
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