(Jarring Effects 2012)
Dopo ben tre anni di lavoro i Picore (Timoteo voce, chitarre e basso, Fayolle corni e harmonium, Malbete percussioni e programming, Jourdil clarinetto, Rabany noisebox e waterphone, Juge batteria) lanciano ‘Assyrian Vertigo’, terzo album della band francese dal concept alquanto complesso. Lontane sono infatti le sonorità breakbeat di ‘Discopunkture’ e future jazz de ‘L’Hélium Du Peuple’: qui il suono è oscuro, tribale, e – molto ambiziosamente – cerca di riproporre le cronache dell’antica civiltà assira. Concept e suono dunque vanno di pari passo, e lo si capisce subito dalla traccia Ziggurat introdotta da Eau (quest’ultima lunga solo un minuto). Al “romanzo storico” narrato attraverso la musica si aggiungono poi, le parole: una voce onnisciente che in Meure Menace spinge chi ascolta a visualizzare il momento prima della battaglia e la devastazione che essa comporta. La traccia successiva è Aubade, ritmicamente meno complessa ma oscura allo stesso modo, sembra quasi rievocare antichi riti funerari in una civiltà in cui la guerra era un dovere della religione, una sposa, e l’eroe caduto il suo amante.
Tornando al ritmo, con Fiasco questo ritorna frenetico, oscuro, e prosegue fino all’interludio Sable con il quale il ciclo narrativo sembra rallentare per un minuto. A riequilibrare la quiete giunge subito il caos: Equus è forte, dinamica, iconoclasta, quasi una nuova battaglia che distrugge tutto quello che incontra il suo cammino. Poi di nuovo quiete e caos con le chitarre di Ellipsis che ricorda le sonorità di Mogwai, Eluvium e Explosions In The Sky.
Le tracce successive sono un vero e proprio inno alla magnificenza: Sardanapal I e Gilgamesh rimandano rispettivamente a Sardanapalo, ultimo re degli Assiri vissuto attorno al 600 a.C. (ricordato come il prototipo del sovrano orientale ricco e lussurioso), e il Gilgamesh mitico re dei Sumeri descritto nei miti mesopotamici, pensato qui come divinità in grado di dare la vita o la morte. Con la traccia successiva, Nynias, si continua ancora sul filo della storia (e qui il richiamo va al figlio della regina Semiramide, simbolo della dicotomia madre-figlio rappresentato qui dai Picore attraverso suoni forti e batterie presumibilmente in overbub).
L’epopea storica raccontata si conclude con l’omaggio a Sardanapalo III, da cui prende il nome la traccia Sardanapal III, ultimo re assiro noto per il suo mecenatismo la cui morte nel 627 a. C. segnò la disgregazione dell’impero assiro, a cui segue Vertigo, una solta di epilogo di questa narrazione. A disco finito che dire? I Picore hanno senza dubbio colto nel segno: nonostante l’impresa di riprodurre con strumenti attuali sonorità antiche e forse perdute fosse già di per sé impossibile se non destinata al fallimento, qui è stata gestita abilmente. Se a questo si aggiunge poi l’accostamento di un percorso storico, ben definito, e coerente con il suono ideato, si sfiora la creazione di una soundtrack. C’è da dire inoltre che – tralasciando tutto il discorso intellettuale –, il cd risulta piacevole all’ascolto. Certo, non è di quei dischi da viaggio, ma di sicuro adatto quando si ha voglia di un ascolto di un certo livello.
Le Tracce:
01 Eau
02 Ziggurat
03 Meure Menace
04 Aubade
05 Fiasco
06 Sable
07 Equus
08 Ellipsis
09 Sardanapal I
10 Gilgamesh
11 Nynias
12 Sardanapal III
13 Vertigo
Voto: 7
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Autore: nuvolediaristofane@gmail.com