Ja Vigiu Plamja ‘To Infinity And Beyond’

(El Gallo Rojo 2011)

Continua inesauribile, la fermentazione artistica in casa Gallo
Rojo
.
A questo giro, ci capita fra le mani, questo
interessante trio (+ uno), che trae ispirazione dalle voci captate
dallo spazio, all’inizio dei sessanta, da parte dei fratelli
italiani, Judica Cordiglia.
I due, molto prima del volo di
Gagarin, intercettano e captano, voci sconosciute, bruciate e
crepitanti, dal nulla più buio.
Esclamazioni, rantoli,
sospiri, tenuti nascosti e segreti dall’ex URSS, che mai
chiarirà.
Parliamo di registrazioni che partono dal
1960-1961.
A tal punto fastidiosi, i due radioamatori, da esser
definiti dalla stampa di regime, come banditi.
Anche Radio Mosca,
si preoccupò di smentir velocemente quanto riportato dai due
fratelli.
Ja Vigiu Plamja, vuol dire: Vedo una fiamma.
Ad
esclamarlo, nel 1965, una voce femminile, della quale, non si saprà
più nulla.
Il trio, quello spazio buio, in parte, prova a
forarlo.
Silvia Donati (voce), le tastiere di Federico
Squassabia
, la batteria di Massimiliano Sorrentini e
l’ospite al sax tenore, Francesco Bigoni, imbastiscono una
serie di liquidi segnali.
Fra funk, scivolate lisergiche,
ombreggiature post rock, accenni di romantica poesia, languido blues
elettrico ed un paio di riletture di Billy Strayhorn.
Il
risultato, a parte qualche pozzanghera manieristica (l’ovvia Yo-Yo,
l’eccesso astrale, che attanaglia la conclusiva Dancing Waves),
riesce ad esser piuttosto convincente.
Ben fatto e concepito, con
ampi margini di miglioramento.
A patto che non si tratti di
un’uscita senza alcun seguito.

Voto: 7

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