(Valeot Records 2012)
Chitarra e laptop per Peter Kutin.
Ogni tanto, una
viola, un synth Korg, un contrabbasso, ad ispessire il
suono.
Compagno di scuderia di Attilio Novellino, da cui,
per sentire, non si discosta più di tanto.
La proposta
contenuta in “Ivory”, si differenzia da “Through
Glass” di Novellino, per un minore utilizzo di elementi
drone/noise, e per una minor densità di eventi.
Anche se,
in pratica, le due opere potrebbero quasi esser
gemelle.
Maggiormente cinematografico “Ivory” (non a
caso, Peter Kutin, ha sonorizzato parecchi film muti, dall’archivio
austriaco).
Detta semplice, maggiori porzioni Biosphere
(circa “Substrata”), qualche scricchiolio glitch, e meno
vortici emozional/stritolanti.
Per il resto, son giochi traslucidi
della memoria, viali polverosi e malinconici lungo cui
perdersi.
Un’alba che sorge caliginosa, mentre un cane, gioca ed
abbaia sulla sabbia bagnata.
Toccante in questo senso, la sequenza
che da Storb, via Sombre, sfocia nella pallida, ma non
esile, emozione Lonesome Monster.
Bellezze sgranate e
fluttuanti.
Caldamente consigliate.
Voto: 7
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