(Aton Records 2011)
Gosh!
Un avvistamento alieno?
Un tuffo con triplo carpiato,
senza nessuna protezione e tanto di piscina vuota?
Nulla di tutto
questo.
Piuttosto, perfetta fusione, fra concetto e coraggio.
“Pvc
Smoking”, del compositore romano Vincenzo Ramaglia,
risulta esser una fra le migliori ipotesi, di sperimentazione
popolare, calibrata al millesimo di secondo.
L’acronimo PEM
(Popular Experimental Music), suggerito dal manifesto programmatico
della giovane Aton Records, non è per nulla azzardato
in questo caso.
Un buon martello resistente, con cui abbattere gli
steccati di genere, e ricondurre il binomio autore/pubblico,
all’instaurazione di un sistema virtuoso, stimolo e pungolo per
entrambi.
Uscir fuori dal concetto di opera di nicchia.
Che, da
una parte, mantiene lontano il pubblico, e, dall’altra, isola
l’autore, relegandolo ad aver sempre gli stessi tre roboanti
apprezzamenti sterili.
In conclusione, il tutto si risolve, in un
compiaciuto e vizioso circolo, a perfetta chiusura ermetica.
Dove
spesso, i pochi astanti, son bolsi, assonnati, e di quel che accade,
spesso poco distinguono (importante, è
l’esserci….).
L’alternativa, par esser una marea berciante di
umanità varia, sottoposta alle più bieche
sollecitazioni commerciali (che l’autore in genere, sia mai detto,
eviterà come la peste).
Ma esiste, oggi come un tempo, la
possibilità di generar dialogo e connessione, fra l’una e
l’altra direzione?
Ecco, Ramaglia, muove il suo terzo passo
discografico, circumnavigando tale quesito.
Gli ultimi vent’anni
(fra politica, cultura e società) in questo paese, di certo
non l’aiutano (più o meno, l’equivalente di un’alluvione
inimmaginabile).
Ma non scordiamoci, che, alcune sperimentazioni
radicali, proprio in Italia, trovarono dimora confortevole, calorosa
e debitamente pubblica (Nuova Consonanza, Musica
Elettronica Viva, una buona fetta del catalogo Cramps, il
corroder i significati alla luce del sole di Battiato,
l’accoglienza tributata agli Henry Cow).
Dal manifesto
della Aton: Musica contemporanea per le persone, non per i
musicisti.
Ed ancora: Musica contemporanea da ascoltare in
autoradio. Durante un viaggio, magari.
Ma cosa è, in
realtà, “Pvc Smoking”?
Una trasversale mistura,
che lega composizione, scrittura ed improvvisazione, a trasversali
battiti IDM, prossimi agli Autechre (o a qualsiasi altro
progetto analogo vi venga in mente).
Son affondi che muovono i
piedi, mentre lo spazio circostante, si anima di sublime energia
acustica.
Splendidamente messa in atto, dallo stesso Vincenzo
Ramaglia (all’elettronica), Silvano Maria Fusco
(violoncello), Massimo Munari (clarinetto basso), Massimo
Ceccarelli (basso elettrico fretless), Renato Ciunfrini
(sax).
Fatevi un favore, andatevi a ricercar su Youtube, il video
di “Pvc Smoking”, capirete che tipo di cortocircuito si
può generare.
Oltre tutto, un bel calcio in culo, sia alla
spocchia elitaria che anima molti artisti, sia al concetto, che oltre
l’X-Factor, non esista vita possibile.
In analogia con lo
splendido “Opera Riparata” di Okapi, un esempio di
emulsione perfetta, fra alto, e basso.
Senza mai esser, oltre il
pubblico.
Una spiazzante sorpresa.
“Pvc Smoking”, è
fulgido esempio, di quel che si dice, generar relazione.
Voto: 8
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