Nu Bohemièn ‘La consuetudine del sentito dire’


(Infecta Suoni & affini/Facealijefrogrec. 2012)

Buono l’esordio di questi tre veneti ventenni che hanno appreso molto bene la lezione impartita loro da gruppi come i Tre Allegri Ragazzi Morti e Zen circus. Non a caso Appino fa una comparsata con la chitarra acustica.
Le premesse per questo gruppo sono buone, ma i ventenni e il loro essere acerbi si sentono tutti. Nonostante le buone idee, i testi sarcastici e una buona dose di sarcasmo, nonostante la giovane età, in molti casi il trio sembra scimmiottare i gruppi a cui fanno riferimento.
Anche se sono derivativi ascoltarli fa piacere, soprattutto quando affrontano il tema della pedofilia dei preti cattolici (Padre, la smetta…), o quello dell’ipocrisia del genitore che non vuole far sapere in giro che suo figlio è omosessuale (Il figlio gaio!). Il trio affronta anche la politica, vuoi in senso macroscopico e sociale (L’individualismo vi farà morire soli), vuoi sulle perversioni che inficiano la politica italiana (Una lega di matti).
Il folk-punk-pop contenuto in questo disco suona nel complesso molto bene, anche perché in consolle c’è Manuele Fusaroli (Dadamatto, Management del dolore posto operatorio, Nobraino).

Voto: 7

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