Suboko e Hübsch e Spieth ‘K-Horns’


(Schraum 2011)

Convince pienamente “K-Horns”.
Incrocio/scrocio,
fra il trio percussivo francese Suboko (Bouto, Gully
e Regreb), e tromba/tuba dei tedeschi Roland Spieth e
Carl Ludwig Hübsch.
Brutismo e riduzionismo, analogico
e digitale.
Matassa inestricabile ovviamente.
Ma di non
impossibile ascolto.
Anzi, l’utilizzo del termine piacevole, in
questo caso, non è questione inappropriata.
Metalli,
giradischi, percussioni, elettronica ed oggetti, son farina del sacco
dei Suboko, che, di suggestione in suggestione, prendon per mano la
sezione puramente acustica (i fiati), e la trasportano in un
panorama, certamente allucinato, ma anche notevolmente ironico e
fuor da ogni schema/ortodossia free.
Senza alzar troppa polvere
intorno a sé, senza strepitare più del necessario.
Le
maglie nere del noise più intransigente, rimangono a debita
distanza, come pure, l’odioso snobismo, che caratterizza certe
puzzette acustiche, mille volte annusate (e non eran
fiori…).
Paesaggi scorbutici, minimali e sottilmente
sfrigolanti.
Ma anche, un forte senso di gioco, d’incrocio/scrocio
per l’appunto.
Fiati che emulano i metalli sollecitati (Ein,
non lontana da certi Neubauten immateriali), la vena ambient
sottotraccia che anima Tag (lirismo affilato e trattenuto,
mentre tutt’intorno, divampa il ronzar di masse elettriche), Vor,
enigmatica stasi, Zwei, free caracollante, lividi ben esposti
e gassose circolarità, a chiuder “K-Horns”, ci
pensa Jahren, statica, monotona, con il corpo consumato dai
parassiti.
Libera da ogni costrizione, competente e
divertita.
Questa è la sperimentazione che ci piace.
Questo
è, “K-Horns”.

Voto: 8

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