( Volume!/Warner/Venus 2012)
Zibba è ormai entrato nel Pantheon della musica cantautorale e popolare italiana. Prima di pubblicare questo quarto album, il cantautore genovese, grazie anche al supporto degli Almalibre, non solo ha pubblicato nel 2010 “Una cura per il freddo”, uno dei dischi migliori di quell’anno, ma ha anche iniziato a collaborare e a suonare con artisti del mondo indie Double Trouble, Tonino Carotone, Bunna, ma anche con artisti del calibro di Eugenio Finardi, giungendo a vincere numerosi premi, partecipare a festival e a comparire e a lavorare per la televisione, oltre ad intraprendere una piccola attività da attore teatrale.
Un successo graduale che Zibba si merita, date le sue capacità e le tante risorse messe a frutto nel disco di due anni fa.
“Come il suono dei passi sulla neve” si differenzia dal lavoro precedente, per essere meno esplosivo e decisamente più intimista, in pratica si tratta di un concept sull’amore. Maggiormente strutturato sui canoni jazz, con i testi che sono più introspettivi e permettono all’artista ligure di avvicinarsi maggiormente ai grandi cantautori italiani.
Nel disco, registrato in un forno per mattoni a Moie (An), hanno collaborato numerosi artisti, tra i quali Roy Paci alla tromba nel reggae malinconico di Nancy, Eugenio Finardi nel folk jazz urbano di Asti Est e Vittorio De Scalzi in O mae mà, dedicata alla sua città, che ha subito l’alluvione lo scorso anno.
Un disco che con ritmi cinematografici ci portano dalle terrazze alla riviera ligure su una Topolino amaranto contiana.
Voto: 7
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