Theo Jörgensmann / Albrecht Maurer ‘Melencolia’

(Nemu Records 2011)

Esiston parole, anche dove par, non essercene traccia.
Gocciolanti
umori, che san di terra, di fatica, di inesplicabile, semplice
profondità.
Un alzar lo sguardo, verso il poi, anche quando
par non esservene ragione alcuna.
Che il vento e la pioggia,
portan via con loro.
Chiare, secche e decise.
In
avanti.
Costantemente in avanti.
Equamente straziate, fra
grazia e fatica.
“Melencolia”, è vapore
popolare, espresso in forma impro, con poco, nulla, ciò che
basta.
Clarinetto, violino, viola e voci.
Essenziali,
persuasivi, senza terra ne tempo.
Est, contemporaneità,
Satie, un polveroso pub irlandese, le prime luci di un
mattino, indefinibile ed opalescente.
Combattiva ed ottimista
opera “Melencolia”.
Contro ogni tragedia, che l’uomo,
ciclicamente s’infligge (la guerra).
Un’utopia, un atto di libertà
espressiva, mai per un secondo, sulle ginocchia.
Il presente, il
suo non esser poco più di niente, la necessità di
ritrovar i significati.
Questo.
Una performance limpida e
vigorosa.
Chi ama Matt Elliott, potrebbe strabuzzar gli
occhi.
Una meraviglia nuda e cruda.
Per chi caparbiamente,
immagina un mondo felice.

Voto: 8

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