Di Alessandro Colò
Qualche volta mi è capitato di avere in mano un libro e di percepire chiaramente, con l’avanzare del racconto, che stavo reggendo un’opera di cui resteranno le tracce e che verrà usata come termine di paragone per altri scritti ed altri autori. Non un caposaldo della letteratura, certo, ma un’opera completa, che riesce ad essere pienamente inserita nella modernità e nel contempo fortemente radicata nel passato. Per mia fortuna il libro di Auslander rientra in questo ristretto gruppo.
Dello stesso autore mi era capitato di leggere Il lamento del prepuzio, libro che avevo apprezzato ma che presentava dei limiti nella struttura narrativa, tendendo spesso a ripetersi. Però l’opera aveva degli spunti che facevano presagire un roseo futuro per l’autore e fortunatamente il fiore è sbocciato con la seconda pubblicazione. Potrei paragonare Prove per un incendio alla saga familiare di Coe trattata in La Famiglia Winshaw, e sarebbe abbastanza automatico farlo viste le tematiche affrontate, ma Auslander ha una marcia in più. É più eccessivo, più irriverente ma mai fine a se stesso, ha sostanzialmente il grande pregio che possiamo ritrovare anche nelle opere di Woody Allen, altro facile accostamento ma non me ne vengono altri altrettanto calzanti, quello cioè di fare dell’ironia (che spesso sfocia nel sarcasmo) sulla grande tragedia del ventesimo secolo che è l’Olocausto. Nel farlo ti costringe però anche a riflettere su come quel mondo cupo e quella tragedia fatta di prevaricazione dell’uomo sull’uomo sono in qualche modo parte di ognuno di noi, consumatori spesso superficiali del ventunesimo secolo, che cerchiamo in qualche modo di esorcizzare le nostre paure allontanandole il più possibile, senza renderci conto che esse sono ben presenti a noi stessi e continuano a presentarci il conto.
Kugel, il protagonista della storia, è un uomo di mezza età intriso di paure, che cerca di preservare la famiglia dai pericoli e dalle malattie che sono insiti nella vita metropolitana. A seguito della polmonite contratta dal figlioletto prende moglie, anziana madre e prole e si trasferisce a vivere lontano dalla città, che percepisce come fonte unica dei suoi mali. Nella nuova casa colonica in cui si stabilisce però i problemi non l’abbandonano, anche perché molti di essi sono ben radicati nella sua mente; Kugel infatti è talmente ossessionato dalla morte che porta sempre con sé un taccuino su cui appunta delle frasi che potrebbe utilizzare ad “effetto” prima della sua dipartita, in modo da lasciare un segno tangibile del suo passaggio su questa terra. Le sue ossessioni peggiorano quando anche nella nuova abitazione capitano cose strane: un misterioso ticchettio che si sente di notte, un’aria fetida che pervade tutta la casa, un misterioso piromane che incendia proprio case di campagna come la sua.
Il cortocircuito nella sua mente, quello che perturba il suo universo, avviene però quando Kugel scopre, nascosta nella sua soffitta, una vecchietta che millanta di essere Anne Frank, scampata dallo sterminio e riparata in America, alle prese con la sua nuova pubblicazione che deve essere all’altezza della sua prima grande opera.
Come è immaginabile le situazioni paradossali si succedono in continuazione ma risultano tutte incastrate in maniera talmente sapiente da rendere realistico il racconto. Così prendono significato le storie dell’anziana madre del protagonista, che racconta di essere scampata allo sterminio ma che in realtà ha avuto un’infanzia felice in America, o la burbera sedicente Anne Frank che si ciba di carogne di animali selvatici, o la perfida filosofia del professor Jove che sostiene che Hitler è stato sostanzialmente solo il più ingenuo ottimista degli ultimi cent’anni.
Concludendo, Prove per un incendio è sicuramente una delle migliori opere che ho letto quest’anno. Ingenuamente pensavo di essere solo intento nella lettura di un libro divertente che a tratti mi costringeva a delle irrefrenabili risate per poi scoprire invece che, nello scorrere della storia, mi stava facendo riflettere sui massimi sistemi, sulla vita e la morte, sui sensi di colpa e sulle paure, sulla volontà di allontanarsi dalla deriva della società moderna ma anche sulla voglia di lasciare un segno su di essa.
Vivamente consigliato.
Link: Shalom Auslander, Prove per un incendio, Parma, Guanda, 2012