(El Gallo Rojo 2011)
Opera d’intrigante seduzione, questa seconda uscita del sestetto
Quilibrì.
Capitanati dal sax di Andrea Ayassot
(da lungo tempo, al fianco del pianista Franco D’Andrea…),
sviluppano un sound, sommesso e melodioso, che sfugge agilmente le
strettoie di genere.
Con discrezione e raffinatezza.
Fuori dal
mucchio, a cominciare dalla singolare formazione esposta, che prevede
doppie percussioni (i bravissimi Luca Spena e Adriano De
Micco), contrabbasso (Stefano Risso), piano (Andrea
Bozzetto) e chitarra (Karsten Lipp), muoversi lungo
coordinate, che riescono, in modalità soffusa/persuasiva, ad
incrociar trame poliritmiche afroamericane, rimandi incantatori
orientaleggianti, e pratiche melodico/armoniche, del novecento
europeo.
Il tutto, senza mai perder di vista, un’irrefrenabile
pulsione, che ispira movimento, liberatorio e spiraliforme.
Con
grazia istintiva e passionale leggerezza.
Una caraibica danza, con
la sabbia calda sotto i piedi, filtrata, attraverso la tradizione
jazzistica europea.
Bello e ammaliante.
Che voler di più?
Voto: 8
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