(Fuku Chu Records 2012)
La virtuosa cantante giapponese Maki Hachiya giunge al terzo album, suddiviso con il pianista Nobumasa Tanaka e con il violinista Naoki Kita. Un trio di giganti dell’improvvisazione che si divide un due parti; nel primo cd la cantante si esibisce in un set classico, aiutata da Nobumasa, dove si diverte a cantare ballate romantiche e nostalgiche, rievocando una miscela tra teatro canzone, vaudeville e malinconiche sperimentazioni alla voce; è questo il caso ad esempio di brani come The song for ‘The Portrait of Mademoiselle Matisse’, The Travel with a dead man, The dancers in a rectangular box. Nel secondo cd si aggiunge Naoki ed il suo violino, e la nostra propone un set virato totalmente alla sperimentazione voce e strumenti, ascoltare per credere Keel e A little boy’s universe in a tiny garden. Due facce della stessa medaglia, girate con sapienza da un trio che riesce perfettamente ad amalgamarsi e a dare all’ascoltatore uno spettro ampio ed accurato della sperimentazione musicale attiva in questo fine decennio. A scanso di equivoci se ne consiglia l’ascolto.
Voto: 8
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