(Pfmentum 2012)
Esiston opere, preziose e defilate, che riescon a coniugar (senza
sforzo apparente), sottile ricerca e pieno appagamento.
Dove la
tensione si scioglie, rilasciando una serie di calibrati particolari
nascosti, che ascolto dopo ascolto, come un buon vino lasciato a
respirar, emanano un aroma inebriante.
Come nel caso di questo “An
Autobiography Of A Pronoun”, del trombonista/compositore,
Michael Vlatkovich.
Nove movimenti, che son un vero e
proprio ballo di famiglia, in casa Pfmentum.
Jazz,
atmosfere noir, influssi balcanici, intime sezioni cameristiche,
travolgenti tanghi.
Gioiose dichiarazioni d’indipendenza, che san
farti muover all’occorrenza (la bella e sinuosa Little Rubber
Arrow And Elephant Sandwich).
Che sanno inchiodarti al muro,
rapide e decise.
Un fottuto manipolo di killer romantici,
perfettamente addestrati e consapevoli.
Ci trovate dentro: Jeff
Kaiser (tromba), William Roper (tuba, euphonium,
cimbasso), l’ideatore Michael Vlatkovich (trombone e percussioni),
Brian Walsh (clarinetto), Harry Scorzo (violino),
Jonathan Golove (violoncello), Tom McNalley
(chitarra), Wayne Peet (tastiere), Anders Swanson
(basso), Mark Burdon (percussioni), Ellington Peet
(cimbali).
Una deliziosa, ammirevole, avant big band.
Fatevi
sotto!
Voto: 8
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