(Ultramarine Records 2012)
Impossibile non avere simpatia per il free-freak-weird rock di Smegma e per l’allegra e schizzatissima combriccola che si cela dietro l’infame moniker. Tanto di cappello a questi arzilli vecchietti che da una vita sono esponenti di punta e misconosciuti dell’ultra underground, sempre fedeli a loro stessi e alla loro arte sgangherata che tutto rigurgita e deforma, dal lounge al surf passando per il jazz al western al sampling più carnevalesco e al noise più cacofonico e stralunato. Oldies but goldies. Musiche e attitudine che hanno influenzato numerosi esponenti delle musiche più off di sempre quali Nurse With Wound, Merzbow, Sun City Girls e Wolf Eyes e che sono state parte vitale del movimento seventies della Los Angeles Free Music Society, all’insegna del radicalismo e della totale libertà espressiva. Un bel calcio in culo a qualsiasi forma di convenzione artistica. Questo nuovo lavoro licenziato solo su vinile e in 300 copie dalla rispettabile Ultramarine Records tiene fede alla loro fama e continua a massacrare rovinosamente buona parte della tradizione musicale. Dieci tracce strumentali, che immagino in gran parte improvvisate, tra il delirante, il demenziale e il geniale. L’improbabile colonna sonora per uno spettacolo teatrale di marionette affogate nell’acido lisergico. La marcia trasognante di Main theme…(From Unfinished movie, il jazz svogliato farcito di voci radiofoniche mandate in loop e percussioni morenti di Midnight train to Uzbekistan, la sperimentazione allucinata e cangiante di Vout #, il trascinante rock’n’roll da spiaggia per hippies di Remake/Reprogram, alcuni dei momenti più godibili di un lavoro che risulta veramente difficile descrivere per il suo essere completamente borderline e borderless. Aria fresca per le orecchie e lo spirito.
Voto: 8
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