(Ravello 2012)
Il compositore israeliano Amos Elkana è senz’altro un autore interessante e poliedrico, come testimoniato da quest’ampia selezione di suoi brani propostaci dalla Ravello. Si apre con l’ammiccante (già dal titolo) Casino umbro, stuzzicante contaminazione tra echi rinascimentali (anche per via dell’uso di clavicembalo e viola da gamba, oltre a pianoforte e fiati) e progressioni meccaniche in stile minimalista; una combinazione che ricorda il Volans di White Man Sleeps. Si prosegue con il lungo affresco a pannelli compositi, per voci, fiati, chitarre elettriche e percussioni, dal titolo Arabic Lessons, in cui influssi klezmer, rock e colti si fondono in maniera non sempre pacifica, lasciando trapelare una tensione di fondo quanto mai adeguata al testo cantato. Gli ultimi due brani, un quartetto d’archi e un concerto per clarinetto, si avventurano in territori più dissonanti, seppur carichi di un’espressività sofferta, di una densità sonora ricca di pathos che pure non mina il disegno formale.
Voto: 6
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