(Interbeat 2012)
Con “Blank times” Fausto Rossi torna alle radici recuperando il blues urbano che negli ultimi tempi ha caratterizzato i suoi lavori, a parte la parentesi di due anni fa, “Blow the line”, una sorta di “Metal machine music”. È proprio a Lou Reed, che questo disco sembra ispirato, per il modo di utilizzare un blues urbano esistenzialista e scarno, denso e pieno di vitalità, ma anche in grado di guardare il mondo con una lucidità ed una saggezza, che se ne frega di essere rassicurante e accondiscendente.
Incapace di fare compromessi, come d’altronde è sempre stato, Fausto Rossi con questo disco parla molto del suo mondo, con ballate blues che quando sono elettroacustiche ricordano alcune cose di Neil Young, mentre quando la chitarra elettrica è penetrante ed autonoma ricorda il miglior Lou Reed della seconda metà degli anni ’90, ma anche quello di “The blue mask”.
Il disco contiene dieci brani cantati sia in italiano che in inglese, tra i quali vanno rilevati: Il vostro mondo e Down down down. Il primo è un manifesto nel quale il nostro dichiara la distanza che vive con chi crede in qualche forma di aldilà, senza slogan ed eccessi di ateismo, ma con la modestia di un distacco saggio. Il secondo è dotato di una struggente bellezza, poetico essenziale ed efficace con poche parole. Riascoltando questo brano più volte si fanno strani pensieri, come quello che riguarda ciò che manca a Mark Lanegan per trovare la quadratura del cerchio ai suoi disperati e penetranti blues.
Voto: 9
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