(Innova 2012)
Kurt Rohde è un giovane, eclettico ed esuberante compositore, che in questo cd Innova mostra di avere una personalità forse ancora da sviluppare, ma già piuttosto definita e sicura di sé. Una sicurezza che è trasmessa innanzitutto dai due brani concertati, l’uno per violino e orchestra da camera, l’altro con due viole che rimpiazzano il violino (Rhode è, vale la pena ricordare, egli stesso un violista, ed è qui impegnato come co-solista). Si tratta di due trittici nella classica forma allegro-andante-allegro, ma dallo sviluppo interno tutt’altro che scontato, imperniato com’è a una polifonia di stampo ligetiano (il Ligeti degli anni Ottanta, a sua volta influenzato dalla musica sub-sahariana), e dunque ricchi di micro-motivi che si intrecciano e rincorrono scorrendo all’impazzata su binari sovrapposti, sempre sul filo di deragliare, ma infine tenuti insieme da disegni poliritmici di vibrante ed elettrica dinamicità. Il lungo One si inserisce invece in quel repertorio, tutto americano, di brani scritti per speaker-pianist, ovvero per un pianista che, oltre a suonare, recita un testo. Nel cimentarsi con questo genere, Rohde dà vita a un brano suddiviso in numerosi tasselli, alcuni gestuali e movimentati, altri rarefatti ed esotici, che nell’insieme scorrono in maniera fluida e singolarmente coerente; il che lo si può dire anche a proposito del testo, frammentato ma non privo di unità narrativa. Concludono il cd i Four Remixes, rielaborazioni alquanto fantasiose di celebri canzoni pop (Elton John, Beatles, B-52’s, Joni Mitchell), spesso irriconoscibili nel rivestimento per trio per pianoforte qui offerto dall’Autore, ma preziose fonti di appiglio melodico per la altrimenti sfrenate peregrinazioni, talvolta un po’ celebrali, del compositore americano.
Voto: 8
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