Di Elisa Girotti
Letiția è una ragazza di campagna. Vive in una non meglio precisata periferia in un non meglio precisato periodo storico. Diciamo che si può capire che la Seconda Guerra Mondiale è finita da non troppo tempo e che da qualche parte il “partito” è al potere. Dicevamo, Letiția è una ragazza che vive in campagna con sua madre, abbandonata dal marito che al momento è un deportato politico, e con suo zio Ion, un timido intellettuale messo all’indice anni fa per motivi politici. La vita di Letiția scorre lenta e tranquilla: è innamorata di Mihai, ha delle amiche e nulla sembra smuoverla. La sua principale occupazione, prima di riuscire ad entrare all’università, è giudicare le vite dei suoi unici parenti, in particolare lo zio Ion. Una volta entrata all’università scopre però che la svolta tanto attesa non avviene, la vita con le sue compagne di dormitorio alla casa dello studente è tediosa come quella di campagna e Bucarest non è esattamente la frizzante metropoli che avrebbe dovuto essere. La vita di Letiția è noiosa, Letiția è noiosa.
Il titolo di questo libro “Verrà il giorno” descrive esattamente il piombo che pervade tutto il libro, un libro in attesa di qualcosa che cambi la vita, di quel verrà il giorno in cui… in cui Letiția proverà finalmente qualcosa, verrà il giorno in cui i lavori di Zio Ion saranno riconosciuti per il loro giusto valore, verrà il giorno in cui tutta questa povertà finirà. Gabriela Adameșteanu sublima la sua vita in un lungo racconto pieno di risentimento e di speranza delusa, il cui sottotitolo “l’educazione sentimentale di un popolo alla vigilia della dittatura”, non mi sembra affatto appropriato; non trovo alcuna educazione ai sentimenti in questo libro, trovo solo una spinta alla crescita ed al cambiamento, ma è una spinta tiepida, quasi fredda a volte. È una forza d’inerzia quella che spinge Letiția, attraverso cui sembra di vedere la famosa piuma di Forrest Gump. Ma senza la meravigliosa poeticità e la positività del film di Zemeckis, quello che resta, in attesa che venga quel maledetto giorno, è solo un senso di vuoto dentro lo stomaco.
Link: Gabriela Adameșteanu, Verrà il giorno, Roma, Cavallo di Ferro, 2012