(Upside Down Recordings 2012)
Dopo essersi concesso del giusto tempo per ridefinire il proprio suono, allontandosi in parte dallo shoegaze che aveva contraddistinto i loro precedenti lavori, tornano i Sea Dweller.
Feedback, delay, atmosfere sognanti, lontani rumori, drum machine… praticamente siamo quasi più in zona dream pop moderno, sicuramente più Beach House che Slowdive. Eppure ne hanno di carte da giocarsi, tra la robotica Salt e la vagamente Pale saints di I see the sea from here. I vocalizzi non sono sempre proprio esatti, ma si perdono in sottofondo e dunque perdoniamo volentieri.
Prodotto con gran cura, ‘Signs of a perfect disaster’ è una mezz’ora nostalgica al punto giusto e sognante come qualsiasi bel gruppo americano indie. Consigliato.
Voto: 7
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