(Digressione Music 2013)
L’ultima novità della Digressione Music è questo cd davvero unico, nella singolarità delle proposte musicali selezionate. Protagonista assoluto è Francesco Palazzo, che esegue brani della seconda metà del Novecento scritti per lo strumento di cui egli è straordinario interprete, la fisarmonica. Si apre col suggestivo arrangiamento di un brano dell’olandese Louis Andriessen, altrove autore di partiture minimaliste dal forte impatto ritmico e dalle sonorità aggressive, che qui cedono invece il campo alla delicatezza di una melodia che inchioda da subito l’ascoltatore con la sua vena nostalgica e la sua monodica ipnoticità, e che si snoda attraverso episodi ora ammalianti, ora più incalzanti, ma senza mai oltrepassare un equilibrio a cui l’Autore mai rinuncia, da buon razionalista. Tutti giocati sul filo di un’astrattezza sonora in cui la melodia tende a scomparire in sonorità rarefatte, pur amplificate dal suono ampio prodotto dal mantice, sono invece le composizioni di Hosokawa, dello stesso Palazzo e del suo Maestro, Salvatore di Gesualdo. Mentre la scuola nordeuropea, qui rappresentata dallo svedese Lundquist e dal danese Ole Schmidt, si caratterizza per un polisitilismo di marca neoclassica per il primo (del quale va sottolineato il rigore contrappuntistico di stampo hindemithiano), e più marcatamente postmoderna e ironicamente imprevedibile nel secondo. Discorso a parte merita il lungo brano di Sofia Guibadulina, sicuramente uno dei più rappresentativi di questa Autrice, in quanto ne sintetizza la poetica tutta giocata sull’intersecare figure musicali che simbolizzano creazione e morte. Con trame raffinate ma talvolta poco intellegibili, la compositrice sovietica ci mostra il lato oscuro della fisarmonica, qui quanto mai lontano dai contesti folklorici cui solitamente si riconduce, e invece perfino tetro nei suoi quasi venti minuti sinceramente duri all’ascolto. Chiude questa interessante raccolta – impreziosita, come sempre succede per questa etichetta, da un packaging ricco e intrigante, comprensivo di un booklet più che esaustivo e di una copertina artistica – un notturno, breve testamento spirituale dell’unica compositrice donna del Gruppo dei Sei, Germaine Tailleferre, nel suo dipingere atmosfere sognanti con pochi, acquerellati tratti, cui la fisarmonica dona un gustoso tratto francese.
Voto: 7
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