(Creative Space 2012)
Sei movimenti simil cameristici, di riduzionismo non
autistico.
Torna il compositore greco Spyros Polychronopoulos,
con la sua ombrosa proposta.
Stridori metallici ed inceppamenti
ritmici, espansioni dronanti, registrazioni d’ambiente ed
un’orchestra da condurre/coinvolger/stravolgere (una decina di
elementi, fra piano, violoncello, contrabbasso, chitarre e
batteria).
Gocce rade di esile noise, sotto un cielo plumbeo, in
continuo rombo sommesso.
Filamenti industriali ed isolazionisti,
appiccicati fra le dita.
Qualche brandello di tradizione, a
colorar un panorama (altrimenti) piuttosto monotono.
Scampoli
blues, frammenti di jazz strapazzato e liofilizzato.
Nulla di
eccezionale nel complesso, ma le intrusioni acustiche, dinamizzano
non poco il tutto.
Per amanti del genere.
Voto: 6
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