(Boring Machines 2013)
Siam tutti, contenitori in frantumi.
Nel mezzo, terra e giorni,
mosche e distrazioni (pessime per lo più).
Ogni notte, uno
per uno, dietro il chiuso dell’occhio, uguali a Dio.
Poi
Niente.
A lungo e per sempre.
Un respirar secco, nel freddo
luminoso c’accompagna l’alba.
Ogni peso in eccesso
svanisce.
Nove toccanti esposizioni folk/blues, intrise d’umori
ascensionali.
Fatte di poco.
Chitarra, voce, l’apporto di
Maurizio Abate (basso, elettrica, armonica, lapsteel e
tanpura).
Lisergia, gentile e rurale (fra Stati Uniti ed
Inghilterra), imperlata d’estasi Popol Vuh.
D’imperfetta
ed ammaccata, umana grazia (come la migliore Kendra
Smith).
Sarebbe stato bello, se Cash, avesse potuto
ascoltar Stranger, i brividi son gli stessi.
Massimo
Volume, Franklin Delano, Blake/e/e/e, l’esordio
solista “ToTheOtherSide” nel 2011, traiettorie e
frammenti, sotto un sole che secca, screpola e
confonde.
Disintegrarsi è un soffio.
Il resto è
nuvola.
Voto: 8
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