(Music à la Coque 2013)
Pubblicati per la prima volta su nastro nel 1982, dissotterrati oggi dalla barese e coraggiosa Music à la Coque, questi materiali sembrano provenire da un futuro preistorico e primitivo. Un linguaggio espressivo rozzamente avanguardistico, inadeguato sempre e comunque, ferocemente testardo nel rifiutare in toto a seguire regole musicali sintattiche dettate dal senso comune. Anarchia e immaginazione, in rotta di collisione con l’arte, addomesticate dalle buone maniere. Rumori, umori, balbettii frenetici, contorsioni deformi, non-sense dada in libera uscita mentre in sottofondo scorrono immagini sgualcite di un mondo musicale, tra happening a instant art, ma anche politico che non esiste più e che forse non è mai esistito. Ornette Coleman meets Faust meets Captain Beefheart meets Henry Flynt meets Zappa meets quello che volete. Alle prese con una vasta collezione di strumenti e aggeggi improbabili, hunters harp lute dosso ngoni? thumb piano aguidigbo? alto tam sax tam?, Bernard Pruvost e Pierre Bastian propongono un vero teatrino tra assurdo, ridicolo, meraviglioso. Non suoni esclusivamente sconclusionati però, anche il deforme e caotico insegue una parvenza di ordine. Ecco quindi che emergono ritmi maleducati e rovinosi, amabili melodie distorte e trasfigurate, allucinate riflessioni sul nulla, spazzatura lisergica. Insopportabile, inspiegabile, impossibile, sorprendente, divertente, insensato. Vitale sino all’autolesionismo.
Voto: 7
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