(Xevor 2013)
Filigrane elettroacustiche, sovrapposte e amalgamate.
Percezione
ed ambiente circostante.
Un singolo fattore, che al contatto con
altri reagenti acustici (spesso non contemplati ed imprevedibili),
produce nuove sollecitazioni.
Registrazioni d’interni
cinematografici, che lascian emerger dal buio, brandelli di realtà
sfuggente.
Field recordings, stratificati e manipolati,
elettronica, laptop e concretismi.
Indagine sul rapporto
immagine/suono, ma anche semplicemente, scricchiolanti, ruvide e
malinconiche distese.
Fra la colonna sonora accidentale di un film
espressionista e vaste oasi, cangianti e contemplative (Reel
2).
Screpolature improvvise, contrazioni, distrazioni
involontarie e socchiuder d’occhi.
Battiti che durano un istante
ed il non silenzio, di una strada deserta ed assolata a scorrer sullo
schermo.
Voci e memorie, come bianche lenzuola strattonate dal
vento, a frusciar sullo sfondo (Intermezzo).
Aspre e
liquide architetture del sogno, in controllata tracimazione (Reel
3).
Luci che s’accendono e presenze che scompaion
d’istante.
Resta un sapore sulla punta della lingua.
Che non
sai dire.
Voto: 8
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