(Insubordinations 2012)
La seconda residenza estiva (2012), dell’orchestra IMO,
affila notevolmente, il suo complesso intento estetico/strategico.
Un
percorso collettivo non gerarchico, strumentalmente attento e
reciproco.
Dove ogni musicista (in questa occasione, siam
all’incirca sui quaranta), tramite un feroce controllo/non ortodosso,
si slega dalla concezione classica del proprio strumento, operando su
toni e volumi in modalità
controllata/continua/modulare.
Libera espressione, che si muove
per blocchi strumentali, astratti, coerenti e stratificati.
Due
composizioni istantanee di impro/elettroacustica stupefacente, dove
la Line 1, si palesa come un drone montante/chiaroscurale,
mentre la Line 2, s’immerge in una serie di reazioni a catena,
evocative, materiche, cigolanti.
L’IMO è spazio di
riflessione (politico/sociale), meraviglioso e stimolante.
Per
elettronica, voci, pelli, corde, legni e metalli, oggetti e fiati.
Voto: 8
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