Approfondendo una recensione con un’altra recensione.
di Marco Fiori
Fausto Balbo ‘Login’ (Afe130cd/Snowdonia 2012)
Abbiamo già incrociato Fausto Balbo col suo “Falbo“. Lo ritroviamo in “Login” più elusivo e fantasmatico che mai, ma sempre con spazio per la poesia “horrorifica” del rumore quotidiano (cfr. Hardmysticmeeting, assai Demdike Stare de-ritmificati).
Anche ottundente e mistico (cfr. Will Future: Man Develop a Third Ear?): da non ascoltare in cuffia, ma in poltrona, con le casse di fronte, a destra e a sinistra (il Cd è stato realizzato dall’artista cuneese ricorrendo ad un sintetizzatore modulare virtuale: i dettagli tecnici li potrete chiedere al Balbo stesso: fausto70@alice.it).
Il CD inizia con i graffi di silicio Alva Noto del brano che da il titolo alla raccolta: Harvester of Bits è il frutto di un PC molto dark, che si scansiona dolorosamente da infezioni “johncapenteriane” (cfr. la nebbia sabbiosa di Virus Scan) e sibila come durante una chat tra dentisti (cfr. My Chatroom … My Life … My Distress). Deserto digitale che avanza (Bird’s Room), tra sciabolate di venti lunari (cfr. la molto “sogno di Tangeri” Walkin With Klaus). Ci salverà il terzo occhio (di Balbo)?
Voto: 6
Link: Fausto Balbo