Florent Couao-Zotti ‘Non sta al porco dire che l’ovile è sporco’

Di Elisa Girotti

girosauro@gmail.com

Da cosa si decide se vale la pena di leggere un libro? Alcun leggono la prima riga, altri lo scelgono dall’odore, altri ancora leggono l’ultima riga, i più furbi leggono delle buone recensioni o i commenti su dei siti. Io personalmente subisco sempre il fascino di un titolo azzeccato. Come nel caso in questione. Couao-Zotti dà a questo delizioso polizesco un titolo talmente adorabile che non ho saputo resistere, come altrettanto adorabili sono i titoli di tutti i capitoli. La storia è semplice: abbiamo un cattivo che fa parte di una organizzazione di cattivi, abbiamo una cattiva ma buona che cerca di vendicarsi e di fregarlo, abbiamo l’investigatore niente male ma un po’ perdente e i poliziotti di contorno. Tutto ambientato in una Cotonou che diventa a volte simile a New York, a volte simile a Marsiglia, in base a quale noir abbiamo in mente in quel momento.

Questo di cui stiamo parlando è un ottimo romanzo da ombrellone, un polizesco niente male che non lascia nulla al caso: bei personaggi, belle descrizioni, trama interessante e vivace, belle atmosfere, talmente belle che il libro sembra proprio scritto ad arte per vendere in paperback. Ah, scusate, è proprio per questo che è stato scritto? Che ingenua, prima di scegliere dal titolo sarebbe sempre il caso di fare un bel giretto on line….

Link: Florent Couao-Zotti, Non sta al porco dire che l’ovile è sporco, Roma, 66thand2nd, 2012