Massimo Minardi (H)ope ‘N Space Quintet ‘Lost Copyright’

(Den Records 2012)

Cinematografica ed intrigante proposta, questo nuovo album del
chitarrista milanese Massimo Minardi.
Un’eccellente
quintetto, chitarra, sax/voce e piano (Dimitri Grechi Espinoza),
tromba (Luca Calabrese), contrabbasso (Stefano Solani),
batteria (Filippo Monico), per quattro composizioni a firma
Minardi, una del batterista e tre improvvisazioni collettive.
Quasi
sessanta minuti di eleganti ed agili suggestioni, in un bianco e
nero, asciutto, speranzoso e fattivo, emanazione diretta della
produzione filmica più nobile di questo paese.
Ci trovate
locali fumosi e strampalate prove d’organizzazione furti improbabili,
deliziosi guancia a guancia, balli su musiche di continenti lontani,
distese imbronciate morse dal sole, nebbie che rendono indecifrabile
l’orizzonte, torpidi attimi di raccoglimento, passione e
seduzione.
Giochi di memoria e testimonianze di un mondo quasi
estinto, lento, solido, ingegnoso e protettivo.
Di uomini e
storie, tramandate e metabolizzate.
Fra rimandi Dolphy e
Coleman (la contagiosa The Rhythm Is Changed e The
End Of Delirium
), un Sud America grottesco e ciancicato
(Casamoglia), un altro, che ti apre il cuore a forza di
tequila sognata, scivolando nel frattempo dalla sedia, mentre la
banda s’allontana sullo sfondo (Mexicopatico), pensieri
immersi nella penombra (Improvable 2: Lost Copyright),
una richiesta di farsi più vicini (Cartoons), stridore
d’ossa sfregate (la lunga e cupa impro, Improvable 3: The
Remedy
).
Possiede voce originale ed appagante, “The Lost
Copyright”.
L’approccio distratto mordi e fuggi, in questo
caso non funziona.
Avvicinatevi, ascoltate, poi ancora, ascoltate.

Voto: 8

Link correlati:dEN Records Home Page