(Big Round 2013)
Un disco di grande sofisticatezza, questo di Sophie Duner, voce, accompagnata dal Callino String Quartet. Proseguendo sulla scia di esperimenti altrettanto ibridi di fusione tra canto jazz-pop e le eleganti sonorità del quartetto d’archi, la Duner si pone alla guida di questo progetto con una scrittura che per raffinatezza eguaglia i risultati a suo tempo raggiunti, ad esempio, dal Brodsky Quartet in Moodswing (allora in compagnia di gente del calibro di Sting o Rodney Bennett, per intenderci), cesellando tessiture strumentali di notevole varietà e fluidità. Su queste, intersecandosi in giochi contrappuntistici di grande vivacità ritmica, si innesta il canto della Duner, ora dolce e ammiccante ora aggressivo e urbano, e sempre ricco di nuances espressive di ascendenza jazzistica che però non troppo si allontanano dalle trame disegnate con grande meticolosità. Un caleidoscopio di immagini ed emozioni, in perfetta simbiosi con i testi onirici e altrettanto ricchi di fantasia e di vita, vissuta o anche solo sognata.
Voto: 7
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