Zero Reset ‘Closed in a Box’


(Nadir Music Records / Audioglobe Distribution 2013)

Vi mancava il nu metal/crossover? Personalmente lo considero un capitolo che si è aperto e chiuso, fortunatamente, in fretta, lasciandoci un mucchio di band che ancora se la cavano decentemente, Korn a parte magari. I liguri Zero Reset sono di altro avviso, ritenendo che è il momento di ritirare fuori lo scheletro del (sotto)genere dall’armadio e darci dentro..
Grazie a Satana i numeri per giocarsela ce l’hanno, non sono certo dei novellini i nostri, e nonostante l’inizio di Cheapstars mi abbia lasciato lievemente disgustato con quel rapping fintamente americano, da lì in poi ci si convince con pezzi misto RATM/Korn come Escape e, specialmente, la trascinante Asteroids graziata da un ottimo lavoro di sintetizzatore.
In altri momenti, invece, è proprio l’eccessiva presenza delle tastiere che la produzione pone in primo piano, azzerando le chitarre, come in Madrid Spain che risulta quindi molto più moscia di quel che sarebbe in realtà. Albert Sardei è pure un bravo vocalist, ma avrebbe bisogno di limitare gli eccessi e concentrarsi sui suoi punti forti, specialmente una tonalità molto calda.
Il problema principale è che da quelle esperienze di quasi quindici anni fa, i nostri hanno preso un minimo d’ispirazione ma non hanno granché sviluppato il compitino. La scrittura dei pezzi poi è piuttosto basica, sia da un punto di vista lirico sia dalla struttura, risultando spesso con un sapore di già sentito abbastanza fastidioso.
In ogni caso, ‘Closed in a Box’ non è male, l’esperienza paga ma bisognerà aspettare ancora un po’ per sentire gli Zero Reset al meglio.

Voto: 6

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