(Fumaio/Corpoc 2013)
Valorizzando, con il piglio degli anni ’10, il post-punk di scuola Usa, Il garage ermetico giunge ad un buon livello di maturità.
Nel corso di questi otto anni di vita i bergamaschi si sono mossi con calma, senza farsi travolgere dall’ansia da prestazione e questo approccio ha dato loro i frutti meritati, dato che con “Dopodomani” sono riusciti a realizzare un lavoro che si situa perfettamente a metà strada tra i Fine Before You Came e i Fugazi.
Il lavoro si propaga lungo le linee tracciate da chiatarre ora ansiose, ora, scheggiate, passando per sprazzi di blues e per effluvi di post-rock.
I testi, tutti in italiano , hanno un buon taglio, caratterizzato da tematiche riguardanti la necessità di dare un senso a ciò che ci circonda e da racconti di vicende soggettive.
Con “Dopodomani”, pubblicato soltanto in vinile, i bergamaschi non sono giunti a nessuna conclusione, ma hanno fatto un ulteriore passo di un processo evolutivo, che, se continuano su questa strada, li farà giungere a ottimi picchi creativi.
Voto: 8
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