Deadburger Factory ‘La fisica delle nuvole’

(Snowdonia/Goodfellas 2013)

Un elegante box con i disegni di Paolo Bacilieri, un corposo libretto e tre cd; I Deaburger Factory, dopo quasi vent’anni di onorata carriera tra suoni new wave e industrial, riescono con questa coproduzione Snowdonia/Goofellas che assembla insieme vari momenti diversi della loro carriera, rielaborati, rivisitati e ripensati per questa specifica situazione. Gli album sono nati come colonne sonore per quattro diversi spettacoli teatrali realizzati nell’arco di dieci anni, ed ognuno mostra una sua anima definita: il primo ‘Puro Nylon (100%)’ snocciola momenti di ispirato cantautorato, 1940/Madre, momenti progressive alternati a rimandi poetici e situazioni di recitazione come Oltre e In ogni dove, brani che rimandano con il cuore e la mente ai Massimo Volume, riferimento presente nelle tracce dell’album. Il secondo cd mostra la componente più sperimentale del loro percorso e raccoglie le colonne sonore ‘Microonde’ e Vibroplettri’; il primo creato da Vittorio Nistri per lo spettacolo ‘Interferenze’ usando i rumori prodotti da un forno a microonde, rumori manipolati e rielaborati, celebra aspetti di una ipotetica “vita” dentro un forno a microonde, suoni deraglianti tra noise e feedback. Il secondo ‘Vibroplettri’ invece è realizzato dal chitarrista Alessandro Casini come colonna sonora dello spettacolo ‘Nova Express’ che non è mai stato portato in scena. La strumentazione di questo album è composta da una chitarra elettrica coadiuvata da plettri vibranti quali anelli per stimolazione, rotori per lecca lecca “Chupa Pops” e altro, strumenti e non strumenti che fanno deviare le composizioni tra rock desertico e sprazzi hardrock lesinati con parsimonia. Il terzo cd ‘La fisica delle nuvole’, quello che da il titolo al box, è farina del sacco di tutti i Deadburger che hanno risuonato una selezione dei brani associati alla rappresentazione teatrale Post Atomic Cafè. Il quintetto per l’occasione è diventato un ottetto e si è riunito in studio per reinterpretare liberamente i brani dello spettacolo. Brani che rimandano, come in un circolo perfetto, al primo album del box, partendo da una narrazione surreale La fisica delle nuvole, liberamente tratta da un’opera di Kurt Vonnegut Jr., passando per il tribaleggiante protofunk di Amber, lo shakerato Bruciando il piccolo padre e la cavalcata Cose che si rompono, la lenta e delicata ballata Worhole e via discorrendo di questo passo. Con questo box la band coglie due piccioni con una fava, si fa conoscere allo scrivente che ha modo di apprezzarli in pieno e si conferma come qualcuno che ha molto ancora da dire nel panorama musicale italiano e non solo. Se questo vi pare poco…

Voto: 8

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