(Albany 2013)
Che gli Stati Uniti abbiano sviluppato una vera e propria tradizione di musica per ensemble di fiati e ottoni, lo dimostra questo cd Albany, con opere di giovani autori americani che si cimentano con un organico tanto variopinto quanto sonoricamente connotato. Leggendo le biografie dei musicisti, sono rimasto colpito dal fatto che tre di loro – Lansing McLoskey, Nico Muhly, Keith Kusterer – possiedono una background che alla formazione classica accosta le più disparate esperienze, dalla passione per il metal alla scrittura di musiche per film, da arrangiamenti per gruppi pop a partecipazioni in formazioni country. Ciò che stupisce è come nulla di tutto ciò influenzi, apparentemente, le loro opere, così astratte e formalmente intricate ma non, va detto, emotivamente fredde. Esse, con le loro rauche esplosioni di suoni configgenti alternate a momenti di sinistra quiete, raccontano le tensioni della vita metropolitana, o quantomeno moderna, dove – così pare dall’ascolto anche della composizione del quarto autore qui presentato, Justin Barish, dalla formazione più rigorosamente accademica – lo slancio vitale del soggetto si imbatte in ostacoli con cui si può tuttavia (quantomeno secondo il modello offerto dalle diverse composizioni) scendere a patti.
Voto: 6
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