(Ravello 2013)
Nelle note di copertina, Mark Winges dichiara di essere sedotto dal suono versatile e umbratile della viola, dalla sua poliedrica e insieme unica espressività. L’Autore riesce ad assecondarne una siffatta natura nell’iniziale (e finale) Night-Voiced, per organo (o pianoforte) e viola. Talvolta però alcuni pezzi (ad esempio, il Trio) girano un po’ a vuoto, perdendosi in finezze “texturali” che non portano, in definitiva, da nessuna parte. Altrettanto fini a se stesse, perse in giochi virtuosistici, paiono alcune delle centrali Vignettes. Meglio, da questo punto di vista, il Quintetto per chitarra e archi, San Francisco Stopover, tutto giocato sul fitto dialogo, ritmico e contrappuntistico, tra gli strumenti, e sull’esplorazione di sonorità ora puntillistiche (laddove gli archi in pizzicato echeggiano le corde della chitarra) ora più ramificate e avvolgenti.
Voto: 6
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