(Wallace Records 2014)
Brillantissimi. Questo è il superlativo che viene subito in mente ascoltando i dieci brani di “4 Corners” degli statunitensi Rollerball – oramai una garanzia di qualità sonora, dopo 17 (!) “album” – che sintetizzano all’ennesima potenza quaranta anni di “progressive”, “kraut” e “post” rock (a partire dall’iniziale McKaw, allietata da fiati starnazzanti, tra cui il riconoscibile Jacopo Andreini).
Straordinaria la sezione ritmica – Monte Trent Allen al basso e Gilles alla batteria – della “band” di Portland, che incalza senza posa (cfr. Prince Charles In A Can) la voce tonante e “in opposition” di Mae Starr (cfr. Robin With A Cheeto), conferendo spiazzanti ma centrati accenni “new-vave” (cfr. Mockingbird in Gazza, ovvero Peter Hook che incontra il funk a Canterbury) e “trip-hop” (cfr. Windy As Fuck).
Nel corso del loro vagabondare i tre dell’Oregon incontrano anche l’Oriente un poco posticcio degli “hippy” (cfr. Iggy)
Semplicemente, bravissimi.
Voto: 9
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