(Autoprodotto 2014)
Guitar Ray and The Gablers sono una band ligure che si esprime con il miglior classical blues in circolazione.
E’ vero che questa band non aggiunge molto ad un genere ormai codificato e classico, ma questa band suda, suona e ci dà, perché ci crede. E già questa percezione è fondamentale per dare credito a questi quattro musicisti, che nonostante le loro origini italiane, hanno ben poco da invidiare ai grandi nomi delle dodici battute.
Non è un caso, infatti, se i liguri hanno collaborato con i grandi nomi del blues sia internazionale come Otis Grand, Big Pete Pearson, Jerry Portnoy, Lea Gilmore e Paul Reddick, che nazionale come Fabio Treves. Le credenziali dunque ce le hanno tutte. Ascoltando queste dieci tracce, infatti, ci si rende conto che la sostanza c’è e anche senza le credenziali la band macina rock-blues più che dignitoso.
Per la scrittura dei brani, la band si è avvalsa della collaborazione dello stesso Paul Reddick ed il risultato è eccezionale.
Tra richiami a Muddy Waters di I’m goin’ I’m goin’ e il blues da saloon, che si tramuta in un funk scoppiettante con tanto di fiati, di Mart Lou, il disco procede andando ad intercettare tutte le tendenze del blues, compreso quello più classico delle origini di un secolo fa, pre-urbanizzazione e contaminato con il country di You’re the one o quello del Delta di I heard that train go by.
Insomma grazie a “Photograph” non c’è bisogno di arrivare a Chicago per ascoltare dell’ottimo blues.
Voto: 8
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