(La Tempesta Dischi 2014)
Credo che una delle più grandi soddisfazioni per i musicisti sia far cambiare idea agli scettici. Io su Vasco Brondi ero scettica. Avevo ascoltato i suoi due album precedenti e li avevo sofferti molto se non per qualche brano. Mi piaceva la sua voce, apprezzavo alcune immagini dei testi anche se a volte non riuscivo ad entrarci davvero ma non tolleravo la parte musicale, sempre troppo simile.
‘Costellazioni’ è stata la prima bella sorpresa del 2014 e del mio compleanno che cade proprio il 4 marzo, giorno di uscita dell’album (ho apprezzato davvero l’ironia della situazione) presentato dal singolo I destini generali. Il mio scetticismo se ne è andato e sono stata contenta di aver dato una possibilità a questo astronauta emiliano. Sentivo da qualche parte il suo potenziale, la voce fuori dal coro ma doveva trovare IL modo. Quest’album è quel modo. È un disco pieno: di parole, di emozioni e soprattutto di suoni. Ci sono moog, archi, fiati, chitarra acustica, pianoforte e si passa dall’elettronica al rock in un attimo. Ogni canzone è una costellazione, qualcosa che brilla sopra tutta la decadenza moderna. È difficile parlare della felicità e Vasco la canta (e canta davvero!) a modo suo, con la voce sporca, i testi pieni (ma più accessibili di un tempo) citando la società desertificante che ti allinea a tutti gli altri (Ti vendi bene), i lavori precari e la tecnologia (Padre nostro dei satelliti), il ritrovare se stessi (Macbeth nella nebbia), la distanza, il dover abbandonare tutto per un lavoro decente mettendo km di strada anche da un qualsiasi amore (40 km) ma provandoci lo stesso perché non c’è alternativa al futuro e bisogna accettare la vita come una festa ( Le ragazze stanno bene). In quest’album spunta un nome fondamentale: Federico Dragogna, chitarrista e paroliere dei Ministri. Il suo tocco di produttore si sente ed è anche grazie a lui questo connubio perfetto di suoni. È riuscito a rendere Brondi più accessibile senza togliere nulla alla sincerità e alla vena poetica. Forse alcuni fan della prima ora, amanti dell’essenzialità, si sentiranno un po’ traditi con un pezzo di cuore strappato e dato in pasto a tutti anche a chi prima non capiva, ma siate speranzosi, la musica deve arrivare a tutti (e con l’aiuto di Rodrigo D’Erasmo, Giorgio Canali e Gabrielli diventa molto semplice).
Ci sono davvero tante parole dentro questo disco, parole di chi guarda la vita quotidiana con occhio disincantato senza mai darsi delle vere sagge filosofiche spiegazioni ma vivendo e basta senza paura. C’è anche tanta arte e la splendida copertina di Toccafondo ne è un esempio: davanti a noi c’è una Madonna (o almeno così la mente mi suggerisce) ad occhi chiusi. Forse non vuol vedere il nostro mondo, forse dorme ma è tranquilla nonostante gli orribili tempi moderni.
Voto: 10
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Autore: ourgirl@hotmail.it